Il riscaldamento, detto anche warming-up (riscaldare, animare) è il primo modulo, di apertura, che ricorre costantemente nel lavoro di messa in scena (cui segue, nell’uso canonico, la drammatizzazione e la condivisione)
Il riscaldamento è la fase di induzione per un modo di essere, un mindset e un’atmosfera, favorevole alla attualizzazione dei propri pensieri in forma di dramma per l’apprendista
Il riscaldamento è in parte un’attivazione psicofisica, che può avvicinarsi ad una forma di allenamento sul tipo di quella che precede la pratica atletica, dove rappresenta la preparazione fisica e mentale all’attività fisica, ma anche mentale, incrementando la temperatura del sangue e dei muscoli, mentre rende più vigili e reattivi
Si ritiene che l’innalzamento della temperatura corporea migliori la funzione muscolare, portando ad una maggiore elasticità
Il riscaldamento, nelle tecniche attive, prende anche la forma di un gioco (play) spontaneo, pre-logico e pre-produttivo
Rappresenta comunque, soprattutto, uno spostamento del focus psicologico: dalla razionalità della vita sociale alla fantasia della vita interiore
Attraverso un opportuno riscaldamento: si tendono a lasciare i canoni della simulazione, come pratica quotidiana per adeguarsi ai canoni di conformità sociale, per lasciare invece fluire i modi personali della propria disposizione mentale interiore
- Il warm-up, nelle tecniche attive, persegue alcuni obiettivi principali; tra cui, in particolare:
- Suggestionare all’apprendista un mindset secondo cui l’azione non segue una strategia razionale performativa, per cui è necessario riflettere prima di agire o quanto meno rispettare dei canoni di buon-comportamento tipici della vita civile sociale
- Evocare una atmosfera giocosa e infantile, più vicina all’immediatezza fantasiosa tipica del pensiero primitivo e precausale, che non al rigore razionalizzato tipico del pensiero seconditivo o scientifico-produttivo
- Portare insomma progressivamente l’apprendista verso l’autormatistmo-spontaneità, inducendola a rivolgere la propria attenzione, anche come focus di riferimento per la drammatizzazione, dalla oggettività del proprio mondo esterno (outsight) alla soggettività del proprio mondo interno (insight)

Felice Perussia, quarant’anni abbondanti di lavoro psicologico con i gruppi, specie come mastro (e apprendista) di psicodramma & ipnosi, ma anche oltre trent’anni come professore ordinario di Psicologia Generale (Personalità, Storia) all’Università – Oggi, come sempre, possiamo crescere insieme (Ci aiuterà!)