La memoria è il prodotto stabilizzato della fantasia: l’elaborazione del nostro pensiero si sedimenta e i suoi prodotti (i nostri fantasmi) permangono nella mente, sopravvivendo di vita propria
Il tema della memoria si richiama alla nostra capacità di conservare in forma organizzata tracce di una parte degli stimoli e delle esperienze che incontriamo nella nostra esistenza
Gli stimoli percorrono il sistema nervoso mediante processi sensoriali, che permettono la nostra percezione del mondo e che possono essere di natura sia esterocettiva (provenienti dall’esterno del corpo) sia interocettiva (provenienti dall’interno)
La concezione ingenua della memoria immagina che questa registri la realtà in modo automatico, passivamente, come fosse una videocamera (che in effetti non è affatto un raccoglitore passivo) con esattezza e in modo compiuto
In realtà la memoria è un processo molto selettivo, che rileva solo alcuni aspetti di ciò che ci circonda e li elabora in forma solo molto sintetica e incompleta
Gran parte del processo mnestico ci risulta inconsapevole, mentre molto di quello che pure conserviamo più o meno nel cervello rimane sempre a livello incosciente, benché sia alla base (anche) dei nostri pensieri e comportamenti automatici ovverosia spontanei
La memoria interviene sempre con suoi modi specifici, di tipo costruttivo cioè tanto interferente quanto elaborativo e deformante, in tutte le fasi dei suoi processi, come in particolare nei modi di selezione e codifica-classificazione degli stimoli, di conservazione delle tracce, di ricostruzione e reintegrazione a posteriori degli eventi trascorsi, per cercare di farli riaffiorare alla coscienza del momento presente
In sostanza: la nostra memoria è un continuo processo di elaborazione, che seleziona, modifica e interpreta arbitrariamente tutti i contenuti che pure, ai nostri occhi ingenui di tutti i giorni, ci paiono spesso sotto il nostro pieno controllo razionale cosciente, mentre lo sono molto meno di quello che ad alcuni piace credere convenzionalmente
La nostra facoltà mnestica è detta anticamente mneme (μνήμη) e viene personificata da Mnemosyne (Μνημοσύνη) la quale, figlia di Urano (cielo) e Gea (terra) è la madre delle nove Muse, le quali presiedono all’arte (techne) cioè a tutti i nostri artefatti in senso creativo, ai nostri modi di concretare direttamente nel mondo esteriore i contenuti dei nostri mondi interiori
La memoria è alla base della nostra identità, dato che senza memoria noi non esistiamo soggettivamente
Percorrere i sentieri di quello che ci sembra di ricordare è la via elettiva per riconoscere la nostra interiorità
- Tutto ciò che mettiamo in scena, sul palco o in studio, si sviluppa a partire dalla nostra memoria e particolarmente dalla memoria emotiva, mentre è nella memoria che troviamo, ritroviamo e sviluppiamo la nostra identità
Per un primo approfondimento:

Felice Perussia, quarant’anni abbondanti di lavoro psicologico con i gruppi, specie come mastro (e apprendista) di psicodramma & ipnosi, ma anche oltre trent’anni come professore ordinario di Psicologia Generale (Personalità, Storia) all’Università – Oggi, come sempre, possiamo crescere insieme (Ci aiuterà!)