James e Lange: Teoria delle emozioni

 

La teoria delle emozioni, sviluppata pressoché contemporaneamente dal padre maggiore della psicologia americana William James (1842-1910) e dal ricercatore danese Carl Lange (1834-1900) è un  classico della nuova psicologia scientifica di fine Ottocento

Questa teoria, ampiamente indagata anche sul piano sperimentale, gode di una popolarità minore rispetto ad altri modelli teorici degli affetti, ed è oggetto di dibattito, ma è sempre stata ben viva e influente nel contesto delle scienze della mente, come pure in molti ambienti intellettuali e terapeutici,  dimostrando talvolta una sua notevole efficacia esplicativa e performativa

Per dirla in poche parole, James e Lange sostengono che: quando incontriamo stimoli-segni che noi interpretiamo emotivamente come immagini attivanti, sia in positivo sia in negativo, questi producono di conseguenza dei cambiamenti nel corpo, e che sono proprio questi cambiamenti che attivano a loro volta la nostra esperienza emotiva (e non il contrario)

La visione più ingenua dei processi emotivi sostiene invece che lo stimolo (vedo la bestia ferocissima, vedo la persona amata) viene letto cognitivamente come attivante, questa immagine attiva l’emozione e questa produce la risposta fisiologica (il cuore batte, il respiro si accelera)

Nel modello di James e Lange:  io interpreto uno stimolo (la bestia ferocissima, la persona amata) come attivante (pericolo, entusiasmo) il che attiva la mia risposta fisiologica (il mio cuore batte, il respiro si accelera) ed è tale risposta fisiologica che produce in me il vissuto dell’emozione (mi sento spaventato, mi sento commosso)

Detto in termini ancora più fisiologici: James e Lange partono dal principio che le emozioni sono il risultato (non la causa) di cambiamenti fisici nel corpo; vale adire che: sono proprio le risposte del nostro corpo che suscitano in noi una condizione soggettivamente emozionata, per cui sono ciò che costituisce la nostra esperienza emotiva (non il contrario)

Il modello concettuale di James e Lange è fortemente stimato da Stanislavskij, che vi si ispira per il costrutto delle Azioni Fisiche, secondo cui l’attore deve selezionare una propria attitudine fisico-fisiologica in cui immergersi, per ottenere di conseguenza l’emergere della dimensione emotiva sulla scena

Questo modello delle emozioni come attivate dai comportamenti, ha favorito il diffondersi di pratiche, poco verificate sul piano sperimentale ma talvolta convincenti, secondo cui il fatto di assumere un determinato atteggiamento fisiologico-postrurale favorirebbe una determinata risposta psicologica in chi ha assunto quell’atteggiamento fisico

Per cui, ad esempio: se rispondi al telefono sorridendo e rilassando i muscoli, l’interlocutore ti apparirà più simpatica e la tua risposta sarà più affabile; mentre se terrai il busto diritto e il petto in fuori, tenderai a sentirti più forte e sicura e dotato di maggiore autorevolezza

Tutto ciò può apparire dubbio (come tutti i modelli teorici) ma si tratta di una visione abbastanza diffusa

 

  • Nel contesto del teatro attuale, si ravvisano delle derivazione del modello di James-Lange in varie pratiche; in particolare: in alcuni modi della amplificazione. Per fare un esempio semplice: da tanto tempo capita che Gina, nel contesto di una particolare tecnica attiva, metta in atto un certo comportamento un po’ manieristico (poniamo: si accarezza un ginocchio); il che suggerisce al mastro di suggestionarle una ripetizione di tale comportamento, in forma sempre più esasperata (accarezzarsi il ginocchio ancora e ancora, con forza crescente, in modo sempre più intenso e plateale) fino a che Gina manifesta spontaneamente improvvise emozioni (e immagini) talvolta anche molto intense e rappresentative, da ulteriormente sviluppare

 

 

 

About Perussia - Psicotecnica - Milano

Felice Perussia, quarant'anni abbondanti di lavoro psicologico con i gruppi, specie come mastro (e apprendista) di psicodramma & ipnosi, ma anche oltre trent'anni come professore ordinario di Psicologia Generale (Personalità, Storia) all'Università - Oggi, come sempre, possiamo crescere insieme (Ci aiuterà!)

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