Durante tutto l’Ottocento cresce sempre più prepotente in psicologia l’interesse per il tema della compresenza in noi di molteplici modi o livelli o parti o tratti (o come li vuoi chiamare) di coscienza, che interagiscono dialetticamente tra loro nella mente di ciascun singolo individuo
Il concetto di una interferenza tra spiriti e demoni e anime (sul genere della possessione o dell’intervento divino) perde sempre più terreno
Dall’illuminismo in poi, ci si rende ben conto del fatto che la personalità non consiste semplicemente di un calcolatore logico-meccanico e che i nostri pensieri non si limitano alla sola scienza ed all’inseguimento della ricchezza, come l’ideologia occidentale prevalente pretenderebbe per costruire la modernità
Nota Ribot che: “Ogni stato cosciente rappresenta solo una tenuissima parte della nostra vita psichica, perché a ciascun istante è sostenuto e per così dire sospinto dagli stati incoscienti” (1884)
E non si tratta di un fantomatico organo inconscio para-fisiologico (secondo un modello positivista ingenuo) bensì di una molteplicità di fattori che operano tutti al medesimo livello mentale, essendo sempre più chiaro che “L’unità dell’Io è quella di un complesso”, che “La coscienza non è un’entità, ma una somma di stati” e che consiste di un “tutto di coalizione” (Ribot, ivi)
Il movimento scientifico-industriale costruisce pervicacemente delle mitologie sul genere della personalità come sola ragione o come puro homo oeconomicus, mentre altri si accorgono sempre più chiaramente che ogni individuo è composto di molte coscienze, personalità, fantasie, risposte ecc, tutte compresenti e spesso antagoniste, o quanto meno relativamente separate e disomogenee tra loro
Una parte della psicologia dinamica ottocentesca parla soprattutto di una doppia coscienza, benché molti si rendano conto rapidamente che le coscienze possono essere in realtà sono molte e diverse
Per molti aspetti l’Ottocento è il secolo dell’inconsciente, ed è proprio dalla costante attenzione, clinica e sperimentale, alla molteplicità degli stati interiori, approfondita specie attraverso lo studio della coscienza che attraversa varie condizione di trance, che ci si rende conto della possibilità di attivare con la psicotecnica il nostro teatro interiore a fini terapeutici
Con la seconda metà dell’Ottocento, comincia a perdere di senso la concezione positivista-biologista di un cervello cosciente-superiore (civilizzato) a cui occorre riportare la condizione di un cervello incosciente-inferiore (primitivo)
Janet si rende ben conto che questa ripartizione (la mente alta razionale e la mente bassa inconscia) è fondamentalmente una distinzione ideologica; da cui deriva che “Lo stato sonnambulico [… che nell’uso della psicologia dinamica ottocentesca indica la trance o meglio la profonda concentrazione nella propria interiorità, definibile come coscienza alternativa o profonda …] non presenta delle caratteristiche che gli siano proprie, le quali siano in qualche modo specifiche. Data una persona che possiamo esaminare soltanto in un singolo momento della sua esistenza, è impossibile stabilire in quale stato si trovi. Lo stato sonnambulico non ha che dei caratteri relativi, e non può essere determinato che in rapporto a un altro momento della vita del soggetto, cioè allo stato normale o stato di veglia [… in sostanza, con riferimento alla presunta coscienza inconscia …] il sonnambulismo è un’esistenza seconda che non ha altro carattere che quello di essere la seconda” (Janet, 1889)
- Sulla scena psicotecnica, la drammatizzazione consiste in primo luogo nel creare permeabilità fra le varie coscienze, che sono sempre compresenti tra le molte articolazioni della nostra personalità. Non c’è un fantomatico inconscio che emerge, né una fantomatica coscienza che ne prende il posto. Ma ci sono le molte parti di cui siamo formati, che sviluppano sulla scena una migliore armonia

Felice Perussia, quarant’anni abbondanti di lavoro psicologico con i gruppi, specie come mastro (e apprendista) di Psicodramma & Ipnosi, ma anche oltre trent’anni come professore ordinario di Psicologia Generale (Personalità, Storia) all’Università – Oggi, come sempre, possiamo crescere insieme (Ci aiuterà!)