Il canovaccio con la sua trama (termini di derivazione tessile) è un punto classico di partenza per la Commedia dell’Arte, che è stato pienamente mutuato nel teatro attuale
Il canovaccio può essere detto anche scenario ma più ancora plot: intreccio, trama, disegno, complotto, intrigo, storia, vicenda
Plot (espressione tardo-medievale di origine incerta) nell’uso angloamericano si lega a to plot: tracciare una mappa, un piano. Gli si collega il plotter: stampante digitale che produce disegni o diagrammi
Nel lavoro con il dramma, così come in linguistica, si tende a sostituire la parola Testo alla parola Lingua, rifacendosi al suo significato originale; nel senso che le parole costituiscono un canovaccio su cui si appoggia la rappresentazione della realtà
Posto che il sostantivo textus è appunto: tessitura, trama, tessuto, veste, intreccio, struttura, esposizione. Mentre il verbo texo-texui-texere è: tessere, intrecciare, tracciare, costruire, comporre, pronunciare
Detto altrimenti, specie nel racconto e nella drammatizzazione: gli atti linguistici consistono nell’intessere una trama che metta in relazione: il mondo interno di chi agisce con il mondo esterno dell’ambiente che lo contiene
Lo scenario, o testo del canovaccio, consiste di alcune indicazioni, che offrono uno schizzo di: contesto, sintesi della storia, qualche fatto rappresentativo, caratteri-personaggi in gioco
Talvolta gli elementi indicati dallo scenario sono anche meno precisi, ma altre volte si sviluppano con un certo dettaglio
Il canovaccio è in sostanza una traccia, una scaletta, una semplice trama disegnata solo a grandi linee, su cui il lavoro degli attori si sostanzia sempre in una performance di improvvisazione
Gli scenari possono essere di tipi relativamente diversi, ma non vedono praticamente mai la presenza di dialoghi o di battute precise (che sono invece il contenuto fondamentale dei copioni per il teatro di recitazione) perché la parte verbale è sempre sviluppata all’improvviso da parte degli attori nei loro caratteri
Questi canovacci vengono normalmente redatti anche su fogli, che il capocomico tiene in archivio, ma più di rado vengono resi pubblici, anche per evitare che qualche altra compagnia se ne impossessi e diventi un concorrente
Ne sono comunque stati pubblicati molti, con l’obiettivo di vendere ai professionisti scenari che ormai erano quasi diventati di pubblico dominio, secondo una modalità simile a quella che ha caratterizzato la pubblicazione degli spartiti musicali soprattutto con l’affermarsi dei concerti rivolti al largo pubblico e del melodramma
Per cui attualmente abbiamo documentazione di forse un migliaio di questi canovacci della Commedia, con livelli di perfezionamento abbastanza differenti tra loro
La raccolta probabilmente più citata è quella di Flaminio Scala
- L’impiego di canovacci, generalmente costruiti in forma orale sul momento (a cura dell’autore sulla scena) è tipico del teatro attuale impostato nelle forme del playback theater e soprattutto del role-playing
- Nella tradizione della Commedia dell’Arte, alcuni scenari sono rappresentati semplicemente da un titolo. Quando, in una conduzione ad esempio di un gruppo, il mastro suggestiona agli apprendisti di lasciarsi emergere nella mente una immagine, e poi propone di darle un titolo ad alta voce, sta di fatto suggestionando di concretizzare l’immagine mentale interiore in uno scenario di questa sintetica natura

Felice Perussia, quarant’anni abbondanti di lavoro psicologico con i gruppi, specie come mastro (e apprendista) di psicodramma & ipnosi, ma anche oltre trent’anni come professore ordinario di Psicologia Generale (Personalità, Storia) all’Università – Oggi, come sempre, possiamo crescere insieme (Ci aiuterà!)