Konstantin Sergeevič Alekseev (1863-1938) noto al mondo con il nome d’arte di Stanislavskij, è considerato il maggiore demiurgo della drammaturgia occidentale nell’ultimo secolo e oltre
Stanislavskij fornisce anche una testimonianza e un modello ispirativo della massima qualità per quella figura professionale che, nel linguaggio pop nostro contemporaneo, chiameremmo lo psicologo clinico
Stanislavskij appartiene ad una famiglia alto borghese di colti moscoviti, grandi proprietari terrieri e birllanti industriali in vari campi, dalle disponibilità economiche decisamente notevoli
La discendenza familiare degli Alekseev, andando indietro di un secolo e più, è quella di servi della gleba (condizione pervasiva nella Russia zarista arcaica) poi emancipati
Figura centrale nella sua famiglia, di persone colte ma dove nessuno (compresi i suoi otto fratelli) è attivo in campo artistico, è l’amata nonna, moglie di suo nonno materno: Marie Varley, attrice francese di madrelingua, che si ferma a Pietroburgo durante una tournée in età adulta (per inciso: anche sua moglie Marija Perevoscikova è attrice professionista)
Stanislavskij (pseudonimo che Alekseev riprende dal nome di una ballerina da lui molto apprezzata da ragazzo) non segue un curriculum scolastico-accademico formale preciso, situazione usuale per una persona di stato sociale elevato come il suo (che si fa venire a palazzo, quando non sono già lì ai ricevimenti dei genitori, tutti i precettori e professori che desidera) ma studia molto e a un certo punto segue la Scuola d’arte drammatica dei teatri imperiali
Stanislavskij è appassionato di psicologia sperimentale (nel senso della nuova scienza ottocentesca della mente) anche approfondendo l’analisi teorica dei nostri processi mentali (nel senso della classica filosofia della mente) ma soprattutto si sforza di applicare tali conoscenze ed analisi alla psicologia pratica o psicotecnica (nel senso della classica arte della mente)
Questo lo porta a sviluppare una modalità di lavoro, con gli attori apprendisti in studio, che rappresenta una delle forme più lucide di terapia psicologica sistematica nell’Ottocento, cui ci si riferisce generalmente con il nome di Metodo o di Sistema o di Psicotecnica
Tale metodo o sistema è la base determinante anche per quel lavoro con le persone che oggi chiamiamo spesso, un po’ approssimativamente, psicodramma
- Rendersi lucidamente conto del fatto che molta pratica del teatro attuale è una terapia psicologica sistematica riesce utile, per quanti operano nella psicologia applicata, così come il rendersi lucidamente conto che molta pratica della terapia psicologica è una recitazione teatrale sistematica riesce utile, per per quanti operano nella drammaturgia teatrale

Felice Perussia, quarant’anni abbondanti di lavoro psicologico con i gruppi, specie come mastro (e apprendista) di psicodramma & ipnosi, ma anche oltre trent’anni come professore ordinario di Psicologia Generale (Personalità, Storia) all’Università – Oggi, come sempre, possiamo crescere insieme (Ci aiuterà!)