Psicodramma in cronaca

 

Nell’uso pop, in particolare in alcune cronache giornalistiche, può capitare che si evochi lo psicodramma in termini piuttosto impropri

In certi casi, non rari, si tratta di un resoconto parziale e quindi fuorviante, poiché si limita ad un solo aspetto della messa in scena emotiva attuale (almeno come la concepisce chi frequenta la psicotecnica) eppure si tratta per qualche aspetto di una evocazione corretta, benché nell’insieme incompleta

Si dice psicodramma, nei resoconti della cronaca pop, quando le emozioni prorompono incontrollate, concretandosi in urla, pianti, invettive, nervosismi apocalittici, senza capo né coda

Il fatto è, come ben sappiamo, che esistono due volti piuttosto differenti nella catarsi, cui si legano due poli diversi dello psicodramma:

  • C’è la purificazione dalle emozioni, cui corrisponde la dimensione di scarica liberatoria dello psicodramma, che prorompe improvviso sulla scena nella vita quotidiana, dove le emozioni esplodono finalmente incontrollate, manifestandosi alla superficie, per cui le gettiamo al vento, come per effetto di una purga
  • C’è la purificazione delle emozioni, cui corrisponde la dimensione riflessiva, risolutiva, integrativa e terapeutica dello psicodramma, dove le emozioni si liberano della loro carica distruttiva, nobilitandosi e diventando forza amica, trasformandosi così in una fondamentale risorsa di sviluppo interna alla persona

In una parola: lo psicodramma, nel senso pop del termine, pone l’accento solo sulla catarsi-purificazione dalle emozioni, lasciando in ombra la componente essenziale al processo terapeutico di catarsi-purificazione delle emozioni

A prima vista lo psicodramma, in questo tipo di visione, può ricordare il racconto di una tipica dinamica di gruppo, se non fosse che raramente dà luogo a risse tra i presenti, che invece lasciano manifestarsi individualmente le proprie emozioni, assai più spesso ansiose che aggressive

Questa visione semplificata dello psicodramma pare invece la cronaca di uno psicodramma parziale, a cui manca una componente essenziale, in quanto il suo limite sta tutto nel fatto che non c’è il mastro esperto, a catalizzare la trasformazione da scarica emotiva in creazione evolutiva

In conclusione: il cronista non sbaglia ma, non conoscendo bene lo psicodramma come teatro attuale terapeutico, utilizza questa parola per indicare solo una componente essenziale della messa in atto della psiche (la catarsi purgativa) non essendo in effetti quella circostanza definita dalla dimensione terapeutica (la catarsi evolutiva)

Il dato è sottile. Descrivere una riunione piena di agitazione come uno psicodramma non è sbagliato, perché non è quello che si fa con la psicotecnica, con cui siamo in grado di andare molto oltre

 

  • Una concretizzazione, quasi psicodrammatica, della confusione che avvolge molta percezione ingenua del teatro attuale, o almeno il suo apparire per antonomasia proprio nel nome dello psicodramma, è il titolo di un resoconto di Gino Gullace, serio corrispondente per la rivista settimanale Oggi da New York nel 1963, che recita: “Jacob Moreno, per il suo teatrino di Broadway, scrittura solo attori pazzi”

 

 

About Perussia - Psicotecnica - Milano

Felice Perussia, quarant'anni abbondanti di lavoro psicologico con i gruppi, specie come mastro (e apprendista) di psicodramma & ipnosi, ma anche oltre trent'anni come professore ordinario di Psicologia Generale (Personalità, Storia) all'Università - Oggi, come sempre, possiamo crescere insieme (Ci aiuterà!)

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