Nel gergo teatrale internazionale, i materiali accessori che possono essere utilizzati sulla scena, accanto agli attori, per realizzare una forma di scenografia, sono chiamati di solito props (theatrical property)
Prop è in origine la forma sincopata del supporto di qualcosa; dal latino pro pono-ponere: mettere davanti, proporre, esporre, offrire in vendita, presentare, esporre, narrare, raccontare, descrivere, divulgare, pubblicare, rendere noto, menzionare, citare
Si tratta di arredi, oggetti, pitture, quint ecc, che si impiegano in teatro, come al cinema o bei video, per dare un maggiore realismo filologico al contesto fisico in cui lo spettacolo si svolge
Talvolta i prop sono solo letteralmente dei semplici supporti materiali, poco più che evocativi, come nel caso dei servi muti
Altre volte, specie nel teatro accademico di recitazione o nelle grandi produzioni dello spettacolo industriale, la scenografia può essere ricca e filologica, con l’impiego di arredi ricchi, di luci illusionistiche e di costumi sartoriali, secondo strategie che oggi sono più caratteristiche del cinema
In altri casi ancora, la scenografia può essere molto curata ma sobria, corposa ma essenziale, come è tipico ad esempio della scenografia surrealista
Nell’ambito del teatro attuale, i materiali di scena variano da uno studio all’altro e sono tipicamente in quantità limitata, per lo più relativamente piccoli e un po’ raccogliticci, con un assortimento che ricorda gli scatoloni di una sala dell’asilo, la cameretta di un bambino o il banco di un mercatino
Vi prevalgono pupazzi, bambole, cuscini, giocattoli, pezzi variamente assemblabili, panni, coperte, soldatini, oggetti spaiati, elementi per le costruzioni, action figures e altre varie giocosità
Non è affatto necessario disporre di oggetti di scena per drammatizzare efficacemente, tuttavia può apparire utile: tanto per offrire un senso di concretezza al concetto cui si sta dando forma, quanto per fare da segnaposto per i personaggi che vengono fatti arrivare sul palco
- Nel teatro attuale, la funzione degli attrezzi di scena non persegue un obiettivo di citazione puntuale, per uno scenario preciso, ma intende solo essere evocativa
- Il tipico teatro di psicodramma prevede un magazzino di scena che si trova direttamente aperto a lato della scena, in modo simile alla skené greca di duemilacinquecento anni fa
- L’autore, mano a mano che sceglie l’oggetto che aggiunge materialità agli elementi immaginifici che emergono, elabora inevitabilmente dentro di sé anche un processo di selezione, mosso dai suoi automatismi interni, che identifica meglio ai suoi occhi talune connotazioni rilevanti per l’elemento. Ad esempio: sento la scena percorsa dalla paura di sbagliare (per identificarla: metto un pupazzetto di pinocchio) mentre dietro l’angolo c’è lo zio Gino (e metto un mostrello di schifido verde)

Felice Perussia, quarant’anni abbondanti di lavoro psicologico con i gruppi, specie come mastro (e apprendista) di Psicodramma & Ipnosi, ma anche oltre trent’anni come professore ordinario di Psicologia Generale (Personalità, Storia) all’Università – Oggi, come sempre, possiamo crescere insieme (Ci aiuterà!)