Uno dei problemi maggiori per l’attore sulla scena è quello di realizzare l’impressione della prima volta: sul palcoscenico deve prevalere l’apparenza che quanto progressivamente accade non gli sia già noto
Come sottolinea Strasberg (1988): “Il problema di base del mestiere d’attore è la non disponibilità di un’emozione spontanea”
Da attore recitativo, sai a memoria quello che stai dicendo ed hai messo in scena quello che stai mettendo in scena ora anche centinaia di altre volte in precedenza e comunque, quasi sempre, almeno diecine (a parte le prove)
Non è facile comunicare l’attitudine di chi vede e sente e trasale incontrando il sempre nuovo agitarsi della vita (quando conosci perfettamente, alla lettera, tutto quello che succederà) eppure per tutta la recitazione devi essere costantemente immersa in una straordinaria novità
Tutta la psicotecnica di Stanislavskij, almeno con riferimento al lavoro dell’attore su se stesso, è uno sforzo per trovare emozioni genuine da riportare nella recitazione
- Nel teatro attuale l’illusione della prima volta non è un problema, semplicemente per il fatto che: è sempre la prima volta. Da questo punto di vista, per capire meglio che cosa intendo per evoluzione storica del soggetto in scena, ti invito a riflettere sulle parole di Alice: “Il resto alla prossima volta. Ma è la prossima volta”

Felice Perussia, quarant’anni abbondanti di lavoro psicologico con i gruppi, specie come mastro (e apprendista) di Psicodramma & Ipnosi, ma anche oltre trent’anni come professore ordinario di Psicologia Generale (Personalità, Storia) all’Università – Oggi, come sempre, possiamo crescere insieme (Ci aiuterà!)