Molto di quello che comunemente (in una parte della psicologia) viene annoverato sotto il nome di tecniche attive o di psicodramma, non è altro che una estensione di quello che comunemente viene indicato con il nome di “Metodo Stanislavskij” o anche come IL Metodo o, forse meglio ancora, come il Sistema
Più precisamente: condurre uno psicodramma, o più in generale manifestare un attuale, come anche parteciparvi, consiste nel mettere in atto il sistema tipico dello Studio di Mosca (quello ideato e governato da Stanislavskij, ma che formalmente viene diretto da Suler) e che generalmente il suo ideatore non chiama affatto metodo Stanislavskij (ripetendo anzi spesso di non avere inventato proprio niente di tutto ciò) per cui eventualmente lo chiama, con un termine che lo precede, “Psicotecnica” (Психотехника)
Il fatto è che la vulgata del metodo presenta il sistema psicotecnica come un training per recitare nel teatro di riproduzione al pubblico, ma non è così
Il metodo psicotecnica è fondamentalmente una terapia, cioè di presa in carico di un apprendista, da parte di un mastro, per compiere un lavoro su se stessa
Stanislavskij è un personaggio di notevole cultura, nonché un profondo studioso delle scienze umane e in particolare della psicologia
La base del suo Sistema è la incorporazione della dimensione psicologica nella pratica dell’attore, cioè di chi agisce (in generale)
Alla luce dei modelli professionali nostri contemporanei, Stanislavskij sarebbe con ogni probabilità catalogato come un psicologo clinico: soprattutto come un terapeuta di gruppo
Come più volte dichiara egli stesso, le sue fonti principali di formazione intellettuale sono: Théodule Ribot da una parte; e dall’altra la coppia sperimentalista composta da William James e Carl Lange; ovverosia anche, più in generale, la personologia francese che si sviluppa principalmente nella seconda metà dell’Ottocento, al di fuori della influenza della psicologia sperimentale prussiana, che coin il procedere del Novecento arriverà invece a prevalere totalmente sulla scena psicologica scientifica occidentale (dagli Stati Uniti all’Italia)
Tutto il sistema è focalizzato sul training psicologico dell’attore, che si serve anche dell’approfondimento del personaggio ma soprattutto delle psicotecniche che permettono al mastro di gettare un ponte tra il mondo interiore che la partitura propone per il personaggio e il mondo interiore effettivo dell’attore
In sostanza: le emozioni del personaggio sono interpretate dall’attore nel senso che questi attinge in effetti alla miniera delle emozioni proprie, alla propria memoria emotiva interiore, per dare vita al personaggio (disegnato dall’autore) attraverso il proprio corpo di attore sulla scena
Dallo studio profondo della psicologia, specie di quella che discende dalla tradizione culturale di sua nonna Marie Varley (attrice professionista francese) Stanislavskij ricava i pilastri del (suo) sistema, basandosi principalmente sul costrutto della memoria emotiva, derivata da Ribot, e sulla teoria delle emozioni detta di James-Lange
Il metodo Stanislavskij è una tecnica (arte) psicologica per attivare la memoria emotiva della persona e così tradurla in un’azione che viene espressa concretamente sulla scena
Tale traduzione dell’immagine interiore in forma di narrazione attoriale esteriore avviene sempre per via di improvvisazione, cioè utilizzando la naturale attitudine alla creatività associativa automatica che è presente in ognuno di noi e che viene coltivata tipicamente dagli attori e nelle scuole di recitazione
Nella strategia del metodo, allo Studio, il regista-mastro suggestiona all’attore-apprendista di attingere alla propria memoria (emotiva) per concretizzare sul piano fisico il contenuto di tale memoria, di per sé puramente immaginifica
Poi, quando l’attore arriva in scena per la recitazione teatrale classica, il mastro le suggestiona di riattivare la componente emozionale (che ha vissuto nelle prove) col fatto di riprendere concretamente l’atteggiamento connesso a quanto aveva sperimentato, così ritrovando l’emozione relativa (secondo la prospettiva di James-Lange)
Il sistema è concepito per il contesto delle esercitazioni, che gli attori (in veste di studijcij студенты) realizzano tutti insieme nello Studio privato di Stanislavskij
L’idea originaria è quella di utilizzare le prove per acquisire l’impronta da cui recuperare una genuina dimensione emotiva, cui si potrà attingere per la recitazione vera e propria, una volta che la compagnia si troverà a recitare in pubblico al grande Teatro d’Arte di Mosca, anch’esso fondato (ma nei termini architettonici di un classico teatro, più o meno all’italiana) da Stanislavskij e Nemirovič-Dančenko
Nel lungo percorso del Metodo e dello Studio, pur essendo sempre Stanislavskij il fulcro, intervengono alcuni personaggi molto significativi, a completare l’opera; soprattutto: Leopold Sulerzhitsky (1872-1916), Evgenij Bagrationovič Vachtangov (1883-1922), Michail Aleksandrovič Čechov (1891-1955)
Nella pratica: in tante (tantissime) occasioni, allo Studio ci si limita a dedicare molto tempo alla coinvolgente esperienza della psicotecnica, mentre la messa in scena recitativa classica si farà molto (ma molto) attendere
In un linguaggio più moderno: allo Studio si realizzano tanti psychodrama, o meglio tante evoluzioni del teatro attuale, solo raramente derivandone una qualche recitazione teatrale al pubblico
Stanislavskij comincia a delineare e a diffondere il sistema a partire più o meno dal 1896, dopo avere incontrato a Mosca quello che all’epoca è uno dei più rinomati attori al mondo e cioè il mattatore Ernesto Rossi (1827-1896)
Per complesse ragioni storiche (specie a motivo delle solite beghe accademico-culturali-geopolitiche ecc) il fatto che gran parte di quella che in Italia alcuni chiamano impropriamente psicoterapia (che è pratica terapeutica piuttosto diversa dalla cura intesa come tentativo di guarigione biomedica per malati mentali) sia più che altro una serie di variazioni psicotecniche tra le quali primeggia il metodo Stanislavskij, ha impedito a molti tra noi, fino ad oggi, di cogliere appieno la situazione, mancando anche di ricavarne le ricche implicazioni operative che presenta
- Chiunque si è formato, o si sta formando, allo psicodramma e al teatro attuale, così come all’arte della mente o alla recitazione, può migliorare di molto la qualità di quello che sta facendo se si dedica ad approfondire, anche teoricamente, ma soprattutto nelle drammatizzazioni specifiche, quel metodo o sistema che sta già praticando da tempo sotto altri nomi

Felice Perussia, quarant’anni abbondanti di lavoro psicologico con i gruppi, specie come mastro (e apprendista) di Psicodramma & Ipnosi, ma anche oltre trent’anni come professore ordinario di Psicologia Generale (Personalità, Storia) all’Università – Oggi, come sempre, possiamo crescere insieme (Ci aiuterà!)