Il copione nelle arti drammatiche, che nell’uso angloamericano viene detto script, è il testo scritto di un lavoro drammatico su cui viene riportato dettagliatamente l’insieme dei dialoghi ovverosia delle battute che gli attori devono recitare, eventualmente accompagnate da alcune note esplicative di contorno
Il copione è definito parola per parole ed è generalmente più preciso del canovaccio o plot
Il copione viene distribuito preliminarmente agli attori, per l’apprendimento e per le prove, affinché lo acquisiscano a memoria con la maggiore identificazione possibile
Nel teatro di recitazione il copione è lo scheletro della rappresentazione, ma non è la chiave della recitazione per l’attore, che punta sulla propria drammaturgia espressiva nella sua parte
Ciascun attore sviluppa un complesso lavoro per costruire la parte-personaggio che si trova a rappresentare, le cui battute devono essere ricordate il più possibile con esattezza dato che sulla scena la rappresentazione ruota tutta intorno al testo, ma acquisendo quel particolare modo performativo, proprio del singolo attore, che è in effetti tutto il colore potente della rappresentazione
Il rapporto tra partitura e messa in scena, cioè tra il testo autoriale e la prova attoriale, può variare di molto: capita vi siano copioni modesti che vengono assai nobilitati dalla qualità della recitazione e dalla conduzione del regista; ma può accadere anche il contrario, per cui i più classici e potenti dei testi finiscono con il deteriorarsi nelle mani di attori o registi non all’altezza
- Nel teatro attuale il copione non esiste, nemmeno a livello di quel tipo di canovaccio che circola nell’ambito della Commedia dell’Arte

Felice Perussia, quarant’anni abbondanti di lavoro psicologico con i gruppi, specie come mastro (e apprendista) di Psicodramma & Ipnosi, ma anche oltre trent’anni come professore ordinario di Psicologia Generale (Personalità, Storia) all’Università – Oggi, come sempre, possiamo crescere insieme (Ci aiuterà!)