Catharsi (κἁθαρσις) è: purificazione, espiazione, liberazione, evacuazione, rigenerazione, riscatto, pacificazione, sollievo
Il verbo kathairo (καϑαίρω o καθαρίζω) è: purgare, ripulire, spazzare, disintossicare, potare, liberare dal dolore. Kata (κατά) è: verso, sopra. Airo (αἴρω) è: innalzo, sollevo, sospendo, levo, rendo manifesto, ùconseguo, salgo in alto, porto via
Nella psicotecnica terapeutica, così come nella drammaturgia teatrale, almeno dalla Poetica di Aristotele in poi, si sottolinea che l’esposizione di eventi, attuata con la narrazione ma soprattutto con il dramma, consiste in primo luogo nella pratica del “dimostrare, sciogliere e procurare emozioni” dove la tragedia in particolare “attraverso la pietà e la paura, produce la catarsi di tali sentimenti”
Parlando del percorso catartico, si fa riferimento principalmente a due modi diversi (e complementari) della catarsi stessa, sempre riferiti al tema delle emozioni:
- Catarsi-purificazione dalle emozioni, che consiste nella espulsione di elementi emotivi tossici a carattere negativo, per cui il dramma porta ad una liberazione e quindi ad un riequilibrio per sottrazione (spurgo, alleggerimento) in virtù del quale, nella fisiologia psicologica della persona, questa evolve verso un rinnovato ordine mentale
- Catarsi-purificazione delle emozioni, consiste nella chiarificazione-rettificazione delle emozioni originarie, per quella loro parte che non è stata espulsa (in quanto non-negativa); per cui queste trovano attraverso il dramma una nuova e migliore identità, in quanto le loro parti significative, che erano rimaste implicite sotto il peso del sovraccarico di emozioni negative, si purgano finalmente della loro componente tossica, grazie alla rielaborazione che interviene (nel caso del teatro attuale: sulla scena terapeutica) in virtù dell’esprimersi delle parti più vere della persona, e quindi del dispiegarsi al meglio della capacità vivificante che è la sostanza delle emozioni stesse
Nel contesto del teatro attuale, la catarsi è tanto lo scaricarsi o evaporazione delle emozioni negative (solve) quanto l’organizzarsi di una nuova armonia tra le emozioni positive (coagula)
La catarsi è presente, come cerimonia di purificazione specie per riscattare il corpo contaminato, nelle più diverse culture, con funzione di evoluzione spirituale o magica, che prevede talvolta il sacrificio di un elemento espiatorio, il quale può essere anche materiale (ad esempio: il capro nella tradizione biblica, l’ostia nella tradizione cattolica) come anche solo simbolico (ad esempio: il riconoscimento-agnizione di pensieri disfunzionali in molta psicologia terapeutica)
Il concetto di catarsi è ricorrente in medicina, almeno dal tempo di Ippocrate e per questi ultimi duemila anni abbondanti, dove persegue obiettivi di purificazione fisica, che storicamente si realizza (in varie forme anche oggi) liberando il corpo col fatto di alleggerirlo da elementi sovrabbondanti negativi, come ad esempio con sanguisughe e lassativi
Nella pratica psicologica la catarsi è soprattutto scioglimento o liberazione da una sofferenza, spesso collegata a qualche elemento segreto, che la persona porta dentro di sé pur senza averne chiara coscienza, ma sentendolo come un peso da cui non riesce a liberarsi
- Seguendo il format dello psicodramma, alla luce del format della tragedia classica, il passaggio relativo alla catarsi dalle emozioni è ben evidente nella catastasi o fase del drammatizzare, con particolare riferimento alla peripezia, mentre il passaggio relativo alla catarsi delle emozioni è ben evidente nella catastrofe o condivisione
Per avvicinare il tema, in prima battuta:

Felice Perussia, quarant’anni abbondanti di lavoro psicologico con i gruppi, specie come mastro (e apprendista) di Psicodramma & Ipnosi, ma anche oltre trent’anni come professore ordinario di Psicologia Generale (Personalità, Storia) all’Università – Oggi, come sempre, possiamo crescere insieme (Ci aiuterà!)